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Lo svezzamento: la teoria
- Novembre 28, 2020
- Pubblicato da: anna_lucia_bernardini
- Categoria: Pediatria
Fino a poco tempo fa le raccomandazioni scientifiche internazionali, l’OMS e l’UNICEF indicavano l’eta’ di 6 mesi compiuti come la piu’ appropriata per l’introduzione di alimenti solidi a completamento del latte materno (o formulato), per soddisfare le esigenze nutrizionali, ad esempio il fabbisogno di ferro .
Oggi, in base a dati sperimentali, non si puo’ piu’ dire cosi’. Si consiglia infatti di iniziare lo svezzamento in un periodo “finestra” che va dai 3 ai 6 mesi, anche nei bambini con familiarita’ allergica, per favorire la tolleranza verso i cibi nuovi che il lattante andra’ ad assumere. La contemporanea assunzione di latte materno (se presente) e la assunzione di alimenti vegetali (mela soprattutto, ma anche le verdure, con cui si prepara la “pappa” vegetale) facilita l’acquisizione della tolleranza alimentare.
Si e’ anche visto che la introduzione nel periodo finestra di cibi ritenuti a rischio di provocare allergie (uova, arachidi, pesce) risulta protettiva nei riguardi di una eventuale sensibilizzazione specifica per tutto il tempo della vita. Dare precocemente il pesce ha anche il vantaggio di regalare al bambino i “famosi”omega 6 (fattori protettivi nei riguardi della atopia).
Da ricordare e’ anche il concetto secondo il quale dopo i primi 3 mesi di vita i lattanti non hanno piu’ il riflesso di estrusione, quel meccanismo cioe’ che porta il lattante a contrarre le labbra e a proiettare vigorosamente all’esterno un oggetto (per esempio un cucchiaino) che venga introdotto nella parte anteriore della bocca.
Le semplici regole atte a favorire una buona esperienza di svezzamento sono:
- Tenere sempre il bambino a tavola con i genitori non appena e’ in grado di stare seduto con minimo appoggio sul seggiolone o in braccio.
- Aspettare le richieste di cibo del bambino; di solito tentera’ di raggiungerlo con le mani.
- Soddisfare qualsiasi sua richiesta purche’ si tratti di cibo idoneo a giudizio dei genitori.
- Smettere gli assaggi se il bimbo smette di chiederli o se il pasto della famiglia è finito.
- Non cambiare ritmi e durata dei pasti dei genitori. Il bambino deve (e lo fara’ senza sforzo alcuno) prendere il loro ritmo.
- L’allattamento prosegue a richiesta fin quando la mamma e il bambino saranno entrambi d’accordo a continuarlo.
- E’ opportuno abituare il bambino ai nuovi sapori attraverso preparazioni semplici non troppo elaborate.
- Non e’ necessario introdurre uno alla volta nel tempo i diversi alimenti nel timore di allergie per i motivi più sopra enunciati.
- Il cibo va offerto in piccoli frammenti:a seconda del tipo di alimento occorre sminuzzare, tagliare a pezzettini, schiacciare, triturare. In ogni caso va ricordato che i lattanti sono capaci (anche in assenza di denti) di schiacciare e sminuzzare i pezzi di cibo solido con movimenti masticatori elaborati, riducendolo in minuscoli frammenti che vengono mescolati colla saliva prima di essere deglutiti .
ALCUNE UTILI OSSERVAZIONI (Da MeB 08/10,512) che valgono per sempre
Il rifiuto di un alimento e’ inversamente proporzionale al numero delle offerte di quell’alimento al bambino stesso. Per ottenere che un bambino si adatti a un alimento che respinge sono necessarie almeno 7-8 esposizioni prima che il bambino lo accetti in modo stabile.
L’esposizione precoce a una vasta gamma di sapori viene indicata come l’unica chiave per promuovere nei bambini il desiderio di mangiare frutta e verdura, alimenti non consumati a sufficienza dalla popolazione pediatrica.
Le esperienze precoci, fin dallo svezzamento, iniziano a stabilire un percorso di scelte alimentari positive o negative, che tende a persistere nel tempo.
Il fattore predittivo piu’ forte del consumo di frutta e vegetali da parte del bambino e’ il consumo di frutta e vegetali da parte dei suoi genitori/fratelli.
Tradizionalmente la mamma assaggia un po’ di pappa del bambino per incoraggiarlo:questo rafforza l’accettazione dell’alimento.
L’offerta ripetuta del cibo che e’ stato accettato rafforza le successive scelte dello stesso cibo.
Al contrario, se si gratifica con un “cibo piu’ buono” l’accettazione di un determinato alimento, questa gratificazione tende a screditare la scelta dell’alimento per cui e’ stato dato il premio.